Essere babysitter non è un semplice lavoretto per “arrotondare”.
Stare con i bambini richiede dedizione e pazienza, doti che non è si improvvisano facilmente. E oltre a questo tante altre competenze (capacità di guida, conoscenza delle lingue, conoscenza delle nozioni di primo soccorso, attitudini psico-pedagogiche) che rendono quella della babysitter una professione a tutto tondo.
Ecco perché è giusto, e possibile, fare in modo che come tale sia retribuita in modo trasparente e a norma di legge.
L’inquadramento in caso di rapporto lavorativo stabile e continuativo
La babysitter rientra, a livello di inquadramento contrattuale, nella categoria dei lavoratori domestici.
Citando direttamente dal sito dell’INPS, il lavoratore domestico è
colui che presta la sua opera, in modo continuativo, esclusivamente per le necessità ed il funzionamento della vita familiare del datore di lavoro, sia con qualifica specifica, anche di elevata competenza professionale (…), sia con mansioni generiche.
Rimarchiamo un aspetto a volte trascurato: fare la babysitter prestando la propria opera al servizio di una famiglia prevede una forma di contrattualizzazione stabile, quando la prestazione d’opera è continuativa. Se si verifica tale condizione
Questo tipo di rapporto di lavoro è regolato dal CCNL di categoria del 13 febbraio 2007:
decorrenza 01/03/2007 – scadenza 28/02/2011.È caratterizzato dalla subordinazione e dall’erogazione di una retribuzione, ed è soggetto all’obbligo assicurativo, in applicazione delle norme previste dall’ Art 26 DPR 1403/71 (obbligo delle assicurazioni sociali nei confronti dei lavoratori addetti ai servizi domestici e familiari).
Per le mansioni e le categorie di inquadramento rimandiamo al sito dell’INPS, che riepiloga tutto in una tabella piuttosto chiara. Vi troverete altresì tutte le indicazioni circa le modalità di svolgimento, i permessi e tutte le tutele previste a norma di legge.
A beneficio di tutti i genitori e delle babysitter stesse, però, specifichiamo che le condizioni di lavoro devono essere concordate tra il datore di lavoro ed il lavoratore in una lettera d’assunzione che dovrà indicare:
- la data di inizio del rapporto di lavoro;
- l’eventuale data di cessazione se il contratto è a termine;
- l’eventuale durata del periodo di prova;
- la categoria di inquadramento e l’anzianità di servizio del lavoratore nella categoria;
- la retribuzione pattuita;
- la convivenza o meno con il datore di lavoro;
- le eventuali condizioni del vitto e dell’alloggio;
- gli orari della prestazione di lavoro;
- l’eventuale giorno del riposo settimanale solenne e la mezza giornata di riposo settimanale aggiuntiva (in caso di lavoro dipendente con impegno costante);
- il periodo concordato per il godimento delle ferie annuali;
- la previsione di eventuali temporanei spostamenti per villeggiatura o altri motivi familiari
Se dovesse servirvi un fac-simile del contratto, vi alleghiamo qui quello della tipologia forse più comune: quello riferito a prestazioni a tempo indeterminato part time non conviventi. Per quelli full time è sufficiente cambiare l’indicazione da “part-time” a “full time”.
Per quanto riguarda le modalità di pagamento, la nostra app è lo strumento ideale: infatti ogni volta che la babysitter inizierà a lavorare presso una famiglia, effettuerà il “check-in” alla tariffa oraria pattuita e, quando finirà di lavorare, effettuerà il “check-out” con la sua app.
Le funzioni di check-in e check-out permetteranno all’app di calcolare automaticamente le ore di lavoro effettuate dalla babysitter e di notificare ai genitori quando verrà addebitato il compenso sulla carta di credito. Non ci saranno così più problemi di resto o di ricordarsi quando e quanto pagare la babysitter!
Inoltre, tutte le ore di lavoro tra il chek-in e il check-out sono coperte da assicurazione sulla casa e sui bambini e inclusa nella cifra c’è anche l’assistenza telefonica 24 ore su 24, 7 giorni su 7
E se il rapporto lavorativo non è stabile né continuativo?
Non è sempre detto che un genitore abbia bisogno di avvalersi del servizio di una babysitter in modo costante.
In tal caso la legge prevede che i datori di lavoro, che siano famiglie o persone fisiche, considerino il loro lavoro come forma di lavoro occasionale accessorio. Infatti
La circolare Inps nr 44 del 24/03/2009 estende l’operatività del lavoro accessorio al lavoro domestico solo alle prestazioni rese per esigenze temporanee, comunque non superiori a 5.000 euro nell’anno solare, con lo stesso committente.
In tal caso
il pagamento delle prestazioni di lavoro occasionale accessorio avviene attraverso il meccanismo dei ‘buoni’.
I voucher
I buoni lavoro, altrimenti detti voucher, sono lo strumento di retribuzione previsto per prestazioni lavorative non riconducibili a forme contrattuali come quelle descritte in precedenza.
Rappresentano una soluzione vantaggiosa per il datore di lavoro, cioè il genitore, perché non sarà obbligato a registrare alcun contratto di lavoro, ma al tempo stesso beneficerà di copertura assicurativa in caso di infortunio sul lavoro del prestatore d’opera.
Sono poi convenienti per la babysitter perché le somme guadagnate saranno esenti da imposizione fiscale, non incideranno ai fini dello stato di disoccupazione o inocuppazione, ma allo stesso tempo le garantiranno la copertura contributiva e assicurativa.
Acquistabili per via telematica sul sito dell’Inps o anche in forma cartacea presso tabaccai, uffici postali, banche popolari, devono essere attivati sempre sul sito dell’Inps. Trovate qui tutte le informazioni sul loro utilizzo.
Presto, in virtù del decreto legislativo che modifica il Codice dell’amministrazione digitale lavoreremo per “agganciare” la nostra app ai sistemi della PA così da permettere ai nostri utenti di pagare la baby-sitter anche usufruendo del voucher pubblico.
Perché un lavoro professionale è, anche, un lavoro che preveda forme di retribuzione trasparenti e semplici.
E da parte nostra cerchiamo di rendere tutto questo reale.